“Gli esclusi” di Covili: 40 opere in mostra a Bologna dal 16 maggio al 6 luglio

© Gino Covili

© Gino Covili

L’esposizione di una quarantina di opere del ciclo Gli esclusi di Gino Covili, che si terrà a Bologna dal 16 maggio al 6 luglio presso Santa Maria della Vita, riporta in evidenza come i processi di istituzionalizzazione possano segnare e sconvolgere i volti che hanno vissuto immani sofferenze fisiche e psicologiche negli ospedali psichiatrici.

L’istituzionalizzazione delle persone con disabilità, pratica nata insieme con la nascita delle istituzioni totali, spesso negli stessi luoghi in cui erano rinchiusi i malati psichiatrici, per secoli ha violato i più elementari diritti umani, e continua a violarli in molti paesi. Queste pratiche segregative, all’inizio ispirate da principi di carità, sono diventate prigioni in cui persone ridotte a una unica caratteristica – con differenti forme di funzionamento come la cecità, la sordità, la lentezza nell’apprendimento, una differente mobilità – venivano e vengono sepolte vive per tutta la vita. Queste pratiche di esclusione si sono poi espanse in molte direzioni: in classi e scuole speciali, in laboratori lavorativi protetti, in istituti lager.

Nell’Unione europea sono più di mezzo milione le persone con disabilità rinchiuse in megaistituti, ancora più del 60% degli studenti delle scuole primarie frequenta classi e scuole segreganti, circa 400.000 persone lavorano in enclosure lavorative. Nessuno ancora ha dipinto quei volti, descritto in una forma artistica quali sofferenze materiali e disumane subiscano. Grazie al movimento anti-istituzionalizzante di Franco Basaglia in Italia, negli stessi anni in cui venivano chiusi i manicomi psichiatrici, venivano smantellate le classi differenziali e speciali. Molte persone con disabilità uscivano dagli istituti e costruivano le prime associazioni che si bat-tevano per i diritti riconosciuti a tutti i cittadini e a loro negati.

Oggi rimangono nel nostro paese ancora circa 140.000 persone con disabilità rinchiuse in istituti, spesso da centinaia di posti letto, retaggio di abbandoni familiari, pratiche assistenziali distorte, percorsi disabilitativi e impoverenti. L’approvazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite (2006), ratificata dal 145 paesi (il 75% dei paesi aderenti all’ONU, tra cui l’Italia e l’Unione Europea) rappresenta uno standard internazionale che rifiuta qualsiasi forma di segregazione.

Chi visiterà la mostra di Covili vivrà un’esperienza che rafforzerà la consapevolezza che la vera riabilitazione ed abilitazione è quella di avere un ruolo nella società, di costruirsi un percorso di vita rispettoso dei diritti umani e di partecipare, in tutte le forme scelte e possibili, alla vita di comunità.

Giampiero Griffo

DPI Europe / CeRc – Centre Robert Castel for Governmentality

scarica la brochure con l’anticipazine della mostra

ginocovili.com
coviliarte.com

 

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